L'ISPETTORE COMMERCIALE (racconto in scena)
1. INTERNO/ESTERNO. SMART IN SOSTA SU LUNGOMARE - NOTTE
A Ostia soffia l'aria del primo sabato di primavera ed entra dal finestrino abbassato. MARCO (36) se la massaggia in faccia e se la spalma sul pizzetto. Dall'AUTORADIO il commento di una PARTITA di calcio, un goal sbagliato e il lamento dello stomaco di Marco a fare eco ai fischi dei tifosi.
Dal posto di guida, butta un occhio sbuffando sull'altro lato della strada, oltre la vetrata di un--
2. INT. KEBABBARO - NOTTE
Alla TV appesa all’angolo si alternano trasmissioni arabe, il segnale è quello di un collegamento da PC, sul quale un EGIZIANO (40) dal viso pacifico continua a cliccare.
«Ce sono quasi, non me recordo se settescientonove, settescientodiesci.»
Dall’altro lato del bancone c’è ROBERTO (28) viso scavato e sorridente, ha lo smartphone in mano e gli occhi concentrati sulla TV, la bocca leggermente aperta fino a che, su Jazatv, canale settecentoventisette, compare Roma-Torino, minuto cinquantadue, risultato uno a uno.
Roberto impazzisce di gioia. «GRANDE! GRANDE! Come te chiami?»
«Abdul.»
«Grande Abdul, sei un grande! Daje che se becco ‘sta schedina te faccio un regalo!»
Abdul ride. «Ora te faccio patata?»
«E famme ‘sta patata!»
Appena Abdul si volta, sul viso di Roberto scompare il sorriso, lo sguardo sempre concentrato si storce verso il basso e con la lingua leggermente in fuori, senza alzare lo smartphone oltre il bancone, scatta a ripetizione delle foto alla TV.
Abdul si volta. «Ketchup, maionese?»
«Sì sì, anche piccante.» Fa Roberto mettendo il telefono in tasca. Posa sul bancone tre euro e cinquanta. «Famme lo scontrino per favorer Abdul che sto ‘in viaggio de lavoro, c’ho il rimborso.»
Abdul, sempre sorridente, batte (non con abitudine) lo scontrino alla cassa.
Glielo porge. «Che lavoro tu?»
Roberto assaggia una patatina. «Rappresentante di tessuti.»
«E tu in viaggio di lavoro da Roma a Ostia?»
«No, te spiego, so' de Roma, ma residente per lavoro a Milano.»
LA TELECRONACA ALLA TV SI ESALTA, la Roma sfiora il gol.
Roberto ne approfitta. «Daje Maggica, passame ‘n vantaggio!»
Poi fa un passo allontanandosi dal bancone, tira fuori il telefono e (con lo schermo nero) se lo porta all'orecchio. «OH DOTTORE buonasera, so già che mi chiama per le sue lane.»
Roberto lancia un sorriso ad Abdul e con le patatine in mano si incammina fuori parlando entusiasta.
3. INTERNO/ESTERNO. SMART IN SOSTA SU LUNGOMARE - NOTTE
Mentre la cronaca della partita della Roma continua nell'autoradio, Marco osserva Roberto che, dopo qualche rapido passo, abbassa il telefono lungo il corpo attraversando la strada.
Roberto entra in auto e passa le patatine a Marco che se ne ficca subito una corposa manciata in bocca. «Uah, ma che è 'stu piccante? T’agg ritt ketchup e maionese. Ma pecchè?»
«Invece fidati che ti serve, t’aiuta a digerì tutto l’inferno che te sei magnato.»
Autoradio. «Entriamo nel sessantunesimo minuto e il risultato rimane sull’ uno a uno.»
Roberto, zoomando con il telefono, scatta una foto all'insegna del kebabbaro e preme sull’icona “invia foto certificata”. «Daje, ‘namo a farci l’ultimo!»
Marco, trangugiando leggermente scocciato le patatine, mette in moto e si avvia sul lungomare.
4. INT./EST SMART IN MOVIMENTO SU LUNGOMARE - NOTTE
Proseguendo a velocità moderata, Marco e Roberto guardano la partita trasmessa nella TV dentro un dehor che affiancano.
«Com’è?»
Roberto torna a guardare la strada davanti a sé. «Regolare.»
Marco butta la carta delle patatine fuori dal finestrino.
5. INT/EST. SMART (MOVIMENTO/SOSTA) LUNGOMARE - NOTTE
L’auto rallenta nei pressi di un lido-discoteca sulla spiaggia. Qualche primo avventore varca l’ingresso.
Roberto. «Vado a dare un’occhiata.»
«Vedi che questo credo sia il locale di—»
Una bella ragazza si appoggia al finestrino di Marco e gli porge un flyer con il nome del locale, il Moda Loca. « Ragazzi, entrate? Sette euro e un drink in omaggio!»
Marco afferra il flyer ipnotizzato. «Bellissima, parcheggiamo subito.»
Marco si fa un po’ avanti con l’auto per accostare.
Autoradio. «Settanta sul cronometro e la Roma sempre all’arrembaggio!»
Roberto. «Se vedi che fra dieci minuti non esco vienimi a cercare.»
Marco. «Dopo però, ce lo iam' a piglià' nu gelatino, quaccosa 'e dolce? M'aggia rifà 'a mocc. »
«Esagerato...» A Roberto fuoriescono gli occhi dalle orbite mentre esce dall’auto.
Consegna i soldi al buttafuori entrando rapido al Moda Loca.
6. INT. LIDO DISCOTECA - NOTTE
Roberto percorre i primi metri del locale fra tavoli che stanno finendo di cenare sotto luci soffuse.
La MUSICA AMBIENT è bassa in favore della TELECRONACA della PARTITA sempre più alta.
7. EST. LIDO DISCOTECA - NOTTE
Roberto arriva nella parte aperta che affaccia sulla spiaggia. Un maxi schermo sta trasmettendo la partita della Roma attraverso un canale web, la qualità dell’immagine è leggermente sgranata e il cursore di un mouse è visibile in un angolo.
Roberto tira fuori il cellullare e si defila al limite della pista da ballo che confina con la spiaggia.
Dal lato opposto della pista, si erge un tavolo di uomini ambiziosi, belle donne e champagne.
Roberto scatta a profusione foto al maxi schermo cercando di non dare nell’occhio.
La TELECRONACA DELLA PARTITA racconta la fine del contropiede della Roma, qualche cliente seduto si alza. «ED È GOAL! ROMA DUE, TORINO UNO.»
Tra la gente che esulta, Roberto inizia a venir spinto da SPADA (25) ragazzo massiccio e tatuato fino al collo. Il cellulare di Roberto cade e Spada lo calpesta rompendo lo schermo.
«Pecché stavi a fà 'e fotine? Che sò 'ste fotine de merda?»
8. EST. LIDO DISCOTECA, PISTA DA BALLO - NOTTE
Ai piedi del tavolo di uomini ambiziosi, NEMO, un coetaneo di Spada (ma non così massiccio) sussurra a un tizio incravattato.
Nemo si incammina nella direzione di Spada che sta spintonando Roberto sulla sabbia verso una cabina in lontananza. Qualche cliente vede, ma restano chiacchiere all’orecchio con un drink in mano.
Il VOLUME della TELECRONACA si ALZA.
9. EST. LIDO DISCOTECA, INGRESSO - NOTTE
Marco gesticola sorridente con le ragazze immagine impegnate con i primi avventori in fila.
10. EST. SPIAGGIA, CABINA - NOTTE
Spada spinge Roberto contro la cabina, gli va muso a muso.
«Allora? Mo 'o dici pecché facevi ‘e fotine? Chi sei, ‘n giornalista de merda?»
«No no, guarda, ho preso una schedina con un mio amico e je stavo mandando una foto per—»
Spada rivolta la faccia di Roberto con un schiaffo. «E fammela vedè 'sta schedina!»
Un rivolo di sangue cola dal naso di Roberto che tenta comunque un ultimo sorriso.
«Eh, era nel telefono...»
«Non me devi prende' per culo! T’ho visto che te guardavi attorno, sei losco, co' ‘sto farso accento romano poi, chi sei, ‘na guardia?»
Alla cabina arriva Nemo. «Chi è ‘na guardia ahó?»
«Non so ‘na guardia, sono, sono un ispettore commerciale di—»
«NOOOO!» Urlano dalla pista. La Roma sfiora il goal.
«E sarebbe?»
«Se hai un locale e vuoi far vedere la partita, devi avere l'abbonamento commerciale, che costa molto di più. Non puoi usare il pezzotto, la scheda di casa. É violazione della legge sul diritto d'autore. »
«Io m' 'a scopo la legge sur diritto d’autore!» Fa Nemo sputando a terra.
«Eddaje.» Si lamenta Spada concentrato sul discorso. «Quinni?»
«In teoria dovrei procedere con una multa di ottocento euro. Se non viene pagata si continua con la causa al titolare, che… Ecco, la perde, e per non pagare altro bisogna fare per forza l’abbonamento di un anno.»
Spada rivolta Roberto con un altro schiaffo. «'NFAMONE DE MERDA!»
L'ispettore tenta fieramente di reagire. «Guarda che nel locale c’è una guardia in borghese che mi aspetta, ho già mandato la foto certificata che prova la mia presenza a quest’ora, in questo posto.»
Spada e Nemo si scambiano uno sguardo.
«Per favore, lasciatemi andare, non faccio nessuna multa, me scordo de tutto, per favore, pe' carità…»
«Pe' carità? C'hai preso pe' preti coglioni?» Fa Spada «E piantala co ‘sto farso accento romano de merda!»
Altro schiaffo.
Nemo. «Vado a sentire che dice.»
Spada. «No, vado io che sinnò l'ammazzo!»
Spada torna verso la pista da ballo.
Telecronaca. «Il quarto uomo segnala cinque minuti di recupero, forse un po’ troppi, che dici Beppe?»
Nemo si accovaccia all'altezza di Roberto, si mette un po' di cocaina sul dorso della mano.
«Vuoi farti ‘na tirata anche tu? Che dici, prima de morì?»
Corposa sniffata. «No, ma che dico, non te la godi neanche con 'sto nasino così in disordine.»
Nemo dà un buffetto divertito a Roberto e, dopo aver messo via la bustina, inizia a scaldare l’accendino che ha tirato fuori dalla tasca. «'o sai che je famo a quelli come te, alle zecche de merda, agli infamoni? Lo vedi quel molo laggiù? Adesso il mio amico torna e te continuiamo a spaccar' naso finché non stai quasi pe' svenì, poi te portiamo laggiù, te leghiamo a 'n sasso, te carichiamo su ‘na barchetta…»
La DEEP HOUSE prende piano a CRESCERE dalla pista.
«...Te portiamo a largo, ce famo su ‘na bella bomba, te fai l’ultimo tiro se voi, e poi, prima de buttatte a mare, 'o sai che famo?»
Roberto fa di no con la testa mentre Nemo, spenta la fiamma, gli fa scivolare l’accendino dietro il collo.
«TE DAMO FOCO!»
Nemo mette una mano sulla bocca di Roberto e preme forte con l’accendino sulla sua nuca.
La DEEP HOUSE continua a CRESCERE.
11. EST. LIDO DISCOTECA, PISTA DA BALLO - NOTTE
Spada esce dalla porticina di una cambusa e, nell'immettersi verso la pista sempre più "viva", sfiora Marco che, continuando a guardarsi attorno, ancheggia a ritmo di musica con un drink in mano e il telefono all'orecchio.
12. EST. SPIAGGIA, CABINA - NOTTE
Roberto, a terra con una mano a proteggersi il collo e l’altra all’altezza del petto, si contorce con gli occhi chiusi e qualche mugolio. Nemo fuma annoiato appoggiato alla cabina, guarda il mare.
Arriva Spada. «A Ne', che hai fatto?»
Nemo continua a guardare il mare. «Gli ho detto che c'ho 'n artro e gli ho spezzato 'r core..»
Spada, improvvisamente più composto nel porsi, dopo un’occhiata sconcertata a Nemo, va ad accucciarsi su Roberto. Con una lontanissima parvenza di cortesia, chiede. «Ahò, ce sei?»
Roberto riapre gli occhi.
«Me capisci? Ce stai con la testa?»
Roberto, sempre steso faccia a terra, ma ben lucido negli occhi, fa di sì con la testa.
Spada. «Bravo.» Poi mette Roberto in piedi con calma, tenendolo per entrambe le spalle.
L'ispettore sembra reggere la posizione e Spada si sfila una busta dalla tasca , gliela consegna.
«Er Titolare ce tiene a scusasse.»
Nemo si volta.
Spada. «Qui al Moda famo ‘e cose in regola.» E mette in mano a Roberto anche un biglietto da visita. «Tu in settimana ce chiami e torni a fa' firmà' 'r contratto ar titolare, tutto compreso ovviamente: Champions, Europa League, campionati esteri, mondiali...»
Nemo, intanto avvicinatosi, prende Spada sottobraccio. «Sì poi del porno, tettaggi, manco ce va l'Italia ai mondiali.»
Spada dà un ultimo schiaffo amichevole a Roberto e si lascia trascinare dal passo disteso con cui Nemo lo riconduce verso la pista. Spada. «Che so i tettaggi fratè'?»
Nemo. «I tettaggi? Sò pischelle co' grandi tette e tatuaggi, tette e tatuaggi, tettaggi…»
Si ALZA un NUOVO MOTIVO DEEP HOUSE.
13. EST. LIDO DISCOTECA, PISTA CENTRALE-CONSOLE - NOTTE
VOCALIST. «Moda Loca, ci siamo? Per l'A.S. Roma calcio, per questo primo sabato notte di primavera, le VOGLIAMO ALZARE QUELLE CAZ-ZO-DIMA-NI?!»
Si scatena l'ATTACCO del MOTIVO DEEP HOUSE.
Marco, guardandosi attorno a un lato della pista, si defila verso la spiaggia, vede la figura in lontananza di Roberto.
14. EST. SPIAGGIA, CABINA DI LEGNO - NOTTE
Roberto, appoggiato alla parete nella penombra della cabina, si sfiora la nuca e osserva le banconote dentro la busta.
Alza lo sguardo verso il mare.
Alle sue spalle, Marco, divertito dal bicchiere che prova a cestinare senza successo, rallenta gli ultimi passi nella sabbia. Ormai alla cabina, alza lentamente la grande mano che fa scendere bonaria, ma comunque pesante, sul coppino di Roberto. «Ce l’iam' a piglià' o no Robbè’ 'stu gelatino?»
Da L'ispettore Commerciale, sceneggiatura corto.
Deposito Patamu n. 177707